1. Introduzione
E’ un recente mazzo, uscito a Marzo 2013 ed edito da Lo Scarabeo. Creato da Pierluca Zizzi e Michele D’aloisio, è ispirato al Rider Waite, ma con una caratteristica che lo rende originale rispetto a qualsiasi altro mazzo. Ogni figura, infatti, è rappresentata in modo classico, nella parte superiore, mentre nella parte inferiore, specularmente, è rappresentata la sua parte ombra. Questo permette di mescolare le carte senza preoccuparsi se siano al dritto o no; il significato che esce sarà sempre lo stesso, ma a seconda del verso ne uscirà enfatizzata alla parte luminosa o a quella più oscura della stessa carta, permettendo di effettuare letture ancora più approfondite, e con maggiori sfumature.
Questo mazzo è legato ad una coincidenza curiosa che mi è capitata dopo l’acquisto. Possiedo una collezione di oltre 200 mazzi, ma tengo sempre accanto a me i mazzi che uso con maggiore frequenza (l’Hanson Roberts e il Ludy Lescott Tarot). L’ho ordinato immediatamente appena è uscito, e curiosamente non solo mi ha attratto più di altri, ma mi sono accorto che le letture che facevo con esso erano di una profondità che con altri mazzi non riuscivo a cogliere. E’ quindi l’unico mazzo che tenevo da mesi sulla mia scrivania di lavoro (a parte gli altri due, che in genere tengo in borsa).
Qualche giorno fa mi ha scritto l’autore, Michele D’aloisio, scrivendomi che desiderava regalarmene una copia, perchè era un mio lettore e ascoltatore radiofonico, e aveva disegnato molte delle carte ascoltando le trasmissioni a cui prendo parte. Gli ho quindi risposto che non solo l’avevo già acquistato, ma lo tengo sempre accanto a me durante il lavoro.
Lui mi ha scritto nuovamente, dicendomi che mia risposta gli era arrivata proprio mentre stava ascoltando una mia trasmissione.
Fili invisibili che collegano le nostre vite…